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Spese riscaldamento: le regole per una corretta ripartizione

Mar 6, 2019 | Contabilizzazione

La ripartizione spese di riscaldamento condominiale è profondamente cambiata a partire dal 30 Giugno 2017. La direttiva europea 2017/27 si è posta un obiettivo per il 2020 ovvero:

  1. ridurre del 20% il fabbisogno di energia primaria, riducendo contestualmente le emissioni di gas serra;
  2. adempiere al 20% di fabbisogno energetico con fonti rinnovabili.

Dal 30 Giugno 2017 quindi i criteri di riparto spese riscaldamento condominiale sono stati aggiornati al fine di giungere ad una ripartizione equa delle spese nei condomini con centrali termiche uniche (ripartizione spese riscaldamento centralizzato).  La contabilizzazione dei consumi deve altresì rispettare la norma uni 10200 ripartizione spese aggiornate alla versione 2018.

ripartizione spese riscaldamento

Riscaldamento condominiale regole principali

Le novità introdotte con il Dlgs 102/2014 per la ripartizione delle spese condominiali, si possono dividere in cinque punti principali:

  1. Contabilizzazione: si deve realizzare una struttura tecnica per la misurazione dell’energia termica utilizzata delle singole unità immobiliari in un condominio con impianto centralizzato. Tale norma viene assolta grazie all’installazione di ripartitori di calore sui radiatori (chiamati anche contacalorie riscaldamento).
  2. Termoregolazione: occorre prevedere un sistema che permetta al singolo utente di poter regolare, tenendo conto dei limiti normativi, la temperatura che desidera nella propria abitazione. Tale obbligo si assolve con l’installazione di valvole termostatiche sui radiatori.
  3. Ripartizione: In questo nuovo sistema i consumi energetici sono ripartiti in: quota volontaria, calcolata dagli strumenti di contabilizzazione installati sui radiatori, quota involontaria, calcolata in fase di progetto termotecnico o misurata ove possibile.
  4. Nuove tabelle millesimali: i condomini dotati di impianto centralizzato, devono procedere con un adeguamento impianto riscaldamento e del sistema di ripartizione delle spese per i consumi involontari con approvazione delle nuove tabelle millesimali previste dalla norma uni 10200.
  5. Consuntivazione dei consumi: Dopo l’aggiornamento del 2018 della norma Uni 10200, si è dato maggior peso al prospetto consuntivo del riscaldamento. I risultati ottenuti dalla ripartizione spese condominiali, devono essere trascritti da un professionista in un documento dove viene specificato il prospetto di suddivisione spese condominiali. Tale documento deve essere rilasciato agli utenti.

contabilizzazione calore condomini: cosa è cambiato con gli strumenti di contacalorie termosifoni

Precedentemente alla riforma, la ripartizione dei consumi avveniva sulla base di criteri approssimativi. Si utilizzavano, ad esempio, i millesimi di proprietà che, da un lato velocizzavano il procedimento, ma dall’altro rendevano il processo poco equo. Non venivano considerati i reali consumi degli utenti.

Oggi con la contabilizzazione calore uni 10200 ogni singolo utente è in grado di risparmiare notevolmente regolando autonomamente sia la temperatura che i consumi del proprio appartamento, pagando in sostanza solamente quanto effettivamente consuma.

Ad oggi la suddivisione delle spese condominiali per il riscaldamento passa da base millesimale a base proporzionale ai consumi. Ogni appartamento paga in funzione del suo consumo individuale effettivo. Le spese condominiali per il riscaldamento di ogni unità immobiliare oggi vengono ripartite:

  • Quota variabile: in proporzione alle letture dei contatori di calore (CONSUMI VOLONTARI)
  • Quota Fissa: secondo i millesimi riscaldamento per la ripartizione dei costi comuni gestionali e delle dispersioni di calore dell’impianto di riscaldamento (CONSUMI INVOLONTARI)

La norma tecnica italiana di riferimento per la ripartizione delle spese di riscaldamento è la UNI 10200:2018. In essa viene descritta la metodologia di ripartizione delle spese in funzione dei consumi di energia termica e dei componenti di impianto.

schema ripartizione spese riscaldamento

Riparto spese riscaldamento: ecco come avviene

Il calcolo per un corretto riparto spese condominiali per il riscaldamento avviene seguendo questi criteri:

  1. Per il calcolo spese condominiali si determina inizialmente l’energia utile totale in kWh, ovvero i kWh totali consumati da un condominio derivati dalla somma tra i quelli rilevati dai contacalorie per radiatori e i contacalorie per acqua calda sanitaria nella centrale termica;
  2. Si calcola la spesa totale in euro per il gas metano impiegato per la centrale termica in un periodo determinato;
  3. Si individua il costo unitario dell’energia termica facendo semplicemente il rapporto tra la spesa totale in euro e il totale dei kWh consumati;
  4. Si ripartisce il consumo volontario delle unità immobiliari sulla base delle letture dei contatori individuali;
  5. La restante parte del consumo involontario si suddivide in base ai millesimi di riscaldamento.

Schema di ripartizione spese riscaldamento uni 10200

Le ripartizioni spese condominiali e dei costi in base alla norma uni 10200 possono essere così sintetizzate:

  • Costo per l’energia (acquisto combustibile): si suddivide in prelievo volontario e involontario. Nella ripartizione, per il primo si utilizzano i valori determinati dai contatori individuali, per il secondo si utilizzano i millesimi di riscaldamento;
  • Costo di manutenzione ordinaria: si ripartiscono in base ai millesimi di riscaldamento;
  • Costo di manutenzione straordinaria: si suddividono in base ai millesimi di proprietà.

Sanzioni derivanti da una scorretta ripartizione dei consumi

Contabilizzazione calore ripartizione spese di riscaldamento: attività obbligatorie in tutti i condomini dotati di impianto centralizzato. Il d.lgs. 102/2014, di recepimento della direttiva 2012/27/UE, sancisce l’obbligo di termovalvole e di contabilizzazione del calore con ripartitori su tutto il territorio nazionale.
La nuova norma condominiale è nazionale quindi superiore a qualsiasi provvedimento regionale.

Il mancato rispetto di tale norma comporta una sanzione amministrativa che varia dai 500 ai 2500 euro.
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